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CENNI STORICI LOTTO e LOTTOLOGI 
domenica, 29 giugno, 2014, 06:47 PM - Notizie Lottostudio.net

fonte BANCOLOTTO di TIBERIO la STORIA del LOTTO

FRANCO COLUCCI - OSVALDO MANARA - il MONCO di SAN FERDINANDO - LEONTINO GORGIA e l'ing. SAMARITANI - DOMENICO MANNA e ANTONIO FIACCO

…..da giocatore a studioso del lotto…..
Cominciai nel 1970. Da appassionato giocatore, compravo spesso giornali riguardanti i vari giochi: enalotto, totocalcio, lotto e così via. Essendo fin da bambino particolarmente attratto dalla matematica mi affascinavano i sistemi che i vari studiosi pubblicavano di volta in volta e tra tutti, soprattutto quelli che riguardavano l' enalotto. Proprio così, il Lotto non mi interessava! Finito il lavoro, tornavo a casa e davanti ai miei quaderni tentavo di capire il sistema migliore per far quadrare quei tre simboli: 1-x-2. Attraversai periodi di soddisfazione (ricordo, infatti, l' undici che realizzai insieme a mio fratello) e periodi di insuccessi e voglio ringraziare in particolar modo la mia famiglia che mi rimase sempre accanto ad incoraggiarmi.Nel 1972 mi ammalai gravemente, al punto che fui sottoposto a diversi interventi chirurgici, tra i quali l' asportazione della milza. E' inutile dire che questa degenza ospedaliera e la successiva convalescenza mi impedirono di continuare le mie ricerche. In alcuni momenti pensai addirittura di non farcela, ma ogni volta mi guardavo allo specchio e mi dicevo: <Osvaldo, tu sei stato fortunato, pensa a quante persone non sono mai state in grado di vedere la luce del sole, quante non hanno mai avuto la gioia di poter correre, di poter vivere una vita normale. Tu sei stato fortunato perchè hai potuto fare tutte queste cose>. Quindi accettai, seppur tristemente, la mia momentanea condizione; ma la mia lotta contro possibili peggioramenti non cessava mai, perchè continuavo a dirmi che ero forte e che ero sicuramente in grado di uscirne fuori. Arrivò infatti il giorno in cui venni dimesso e la mia e la mia salute iniziò a ristabilirsi, e quindi anche i miei studi poterono ricominciare. Ritornai ben presto ai miei quaderni e ai miei sistemi.

Ma qualcosa ben presto cambiò.
Leggendo i vari giornali che acquistavo notai che alcuni studiosi ritenevano fosse possibile vincere al lotto per mezzo di formule matematiche. Ero scettico e ritenevo che per vincere a questo gioco ci voleva solo una buona dose di fortuna. Cari amici, mi dovetti però ben presto ricredere perchè venni a conoscenza di quella forza matematica, di quella armonia attorno alla quale ruotano i 90 numeri. A contribuire a questa mia "illuminazione" fu la conoscenza del mio maestro, il grande Ciro Vitale, che mi aiutò a muovere i primi passi nello sconfinato e meraviglioso mondo del gioco del Lotto. Devo a lui tutto il mio sapere. A lui devo anche la conoscenza del più grande ludologo di tutti i tempi, sto parlando di Fabrizio Arrigoni, in arte Fabarri. Il mio primo metodo fu "La spia ai gemelli", ma come ben sapete non mi fermai lì: iniziai a sviluppare nuove tecniche, apportai migliorie a metodi che mi venivano proposti e iniziai a collaborare con i giornali, seguendo le orme dei miei precedessori. Sono ormai quasi trent' anni che studio il Lotto e devo ammettere che ogni nuova tecnica che elaboro mi dà la stessa emozione che mi diede il mio primo lavoro.
Manara in TV...

Nel 1990 fui interpellato per dare dei pronostici gratuiti in una trasmissione chiamata "Occhio al biglietto" trasmessa sulle reti RAI. Fu un grande successo per me. Il mio primo pronostico infatti andò a segno al primo colpo con l' ambata 51 uscita su entrambe le ruote di Bari e Cagliari. Il conduttore si complimentò ed aggiunse: <Ci vorrebbe un bell' ambo secco, allora si che sarebbe un bel colpo!> Come secondo pronostico suggerii un ambo secco 27-86 su Firenze e tutte. Che dirvi, al primo colpo uscì l' ambo secco sulla ruota di Roma (che è anche la ruota diametrale di Firenze). Non riuscivo a contenere la mia grande soddisfazione, soprattutto per aver dato un aiuto a milioni di appassionati del gioco del lotto (l' indice di ascolto raggiungeva gli 8 milioni circa). Nell' ottobre del 1998 fui invitato a RAI 2 per la trasmissione "Il Lotto alle otto", per la quale mi rifiutai di proporre le famose combinazioni di 10 numeri, già note come "lunghette", ma promisi una previsione composta solamente da un' ambata e due ambi secchi! Mi risposero con una frase interlocutoria: <le faremo sapere>.. Per finire nel Marzo del 1999 fui invitato alla notissima trasmissione "Maurizio Costanzo Show" che trattava, in quella puntata, il gioco del Lotto. Per superare il naturale scetticismo del pubblico sulla reale possibilità di elaborare previsioni vincenti, accettai con entusiasmo l' invito a sottopormi al test della "macchina della verità", in quel periodo portata in auge proprio dal Sig. Maurizio Costanzo, per dimostrare a circa 20 milioni di telespettatori (perchè tale fu l' ascolto di quella trasmissione) che le cose che dicevo non erano, cosa di cui in quella trasmissione ero stato tacciato, "aria fritta". Mi diressi quindi senza timore sulla postazione prescelta ed il responso fu inequivocabile: il sottoscritto aveva detto la verità!
…..l'ho detto e lo ripeto, il mondo del Lotto è sconfinato
e chissà quante altre cose ci sono da scoprire…..
OSVALDO MANARA

Ignazio Torraca, il re della cabala
Quando Ignazio Torraca morì, ad accompagnarlo al cimitero di San Ferdinando di Puglia furono in pochi. Qualche vecchio amico che con lui amava degustare un buon bicchiere di vino pensando al tempo in cui il nome di Ignazio Torraca comparve su tutti giornali italiani e il centro balzò alla ribalta della notorietà. Chi era Ignazio Torraca? In pochi ricordano oggi il suo nome, ma nel 1926 questo semianalfabeta portò la rivoluzione in molte case, minacciò di sbancare lo Stato e, quando la sua stella si spense, fece versare fiumi d'inchiostro sul suo insolito caso. Qual era, dunque, la straordinaria capacità di quest'uomo che produsse un vasto fenomeno di follia collettiva e tolse la pace e il sonno agli abitanti del noto, allora, centro vinicolo pugliese, oggi famoso soprattutto per una fortunata Sagra del Carciofo. Ignazio Torraca sognava numeri al lotto. Per un lungo periodo questi numeri non uscivano, poi le cose cambiarono: i numeri sognati venivano puntualmente estratti sulla ruota da lui indicata. Ebbe inizio, allora, la pazza corsa ai botteghini del lotto...
il MONCO di SAN FERDINANDO
Per chi non avesse mai sentito parlare del monco e del metodo scrivo qualche informazione : Chi era questo monco? Era un nullatenente di nome Ignazio Torraca che abitava a San Ferdinando di Puglia negli anni 20.Lo chiamavano il monco perchè durante la festa del paese gli è venuta a mancare una mano a causa di una bomba.Il monco per 20 estrazioni di fila ha fatto vincere mezza Italia.La gente veniva da tutto il mondo per avere i numeri del monco. Allora Mussolini, per non rovinare le casse dello Stato, tolse un numero alla ruota.
L'UTILIZZO della TAVOLA MONCO di SAN FERDINANDOE' MOLTO SEMPLICE. BISOGNA RINTRACCIARE SU DUE RUOTE UN NUMERO RIPETUTO POSSIBILMENTE ISOTOPO. SI VA ALLA RICERCA SULLA TABELLA DEL NUMERO RINTRACCIATO SUL QUADRO ESTRAZIONALE E SI PONE IN GIOCO LE DUE AMBATE CORRISPONDENTI E LE RISPETTIVE AMBATE



la LETTERA del GRANDE LOTTOLOGO
LEONTINOGORGIA SCOMPARSO nel 2008
Per gentile concessione dello studioso Leontino Gorgia siamo lieti di rendere noto un documento dell'ing. Samaritani. Si tratta dello scambio epistolare tra veri giganti della lottologia moderna avvenuto, come la data conferma, nel 1936. Riteniamo utile la diffusione di questo documento per la sua palpitante attualità. La Redazione
Comacchio 29 ottobre 1936
“Ho osservato la formula
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da lei riportata nel numero di febbraio del C.V. per il calcolo della probabilità di sorteggiare almeno uno degli “n” ambi giocati in una ruota e mi sembra che il motivo della differenza con i miei risultati sia abbastanza evidente”.
La suddetta formula risponde perfettamente al seguente quesito: in un’urna vi sono 4005 ambi differenti formati con tutti i numeri dall’1 a 90 dei quali se ne estraggono 10; qual è la probabilità che esca almeno un ambo sopra gli “n” ambi prestabiliti?
Il problema, così formulato, è perfettamente identico (salvo il cambio delle cifre) a quello dell’estratto semplice per la ricerca della probabilità dell’estrazione sopra “n” numeri dati ed è naturale che la formula risolutiva sia pure identica.
Nessun dubbio, quindi, che la formula suddetta indichi la probabilità dell’estrazione degli ambi in serie, ma solo nelle condizioni implicitamente specificate nel quesito e cioè che siano prestabiliti “n” ambi qualsiasi e che ne vengano estratti 10 pure qualsiasi.
Ora, tali condizioni non si verificano nelle estrazioni del lotto, perché è ben vero che in ogni estrazione sono sorteggiati 10 ambi, ma essi non sono qualsiasi, essendo sempre legati dalla condizione di essere formati con cinque numeri, dall’1 al 90 e, se putacaso, fra i dieci sorteggiati vi fosse il 2-3 e il 2-5, necessariamente fra i dieci ci sarebbe anche 3-5; mentre se gli ambi devono essere qualsiasi non possono essere tra di loro legati da alcuna condizione. Non so se mi sono spiegato.
E così pure quando si ricerca la probabilità dell’estrazione di almeno un ambo sopra una serie di “m” numeri dati il numero “n” degli ambi, che nelle condizioni generali del quesito dovrebbe essere qualsiasi, è in questo caso legato dalla doppia condizione di essere cioè
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e di essere gli “n” ambi, formati esclusivamente con gli “m” numeri dati, il che esclude che il numero possa essere qualsiasi e che lo possa essere pure gli “n” ambi.
Il ragionamento è un po’ involutivo ma credo che Lei lo abbia afferrato.
In sostanza, perché la formula sia applicabile, bisogna che per quanto riguarda i 10 ambi da sorteggiare si abbia pure la possibilità di sorteggiare, per esempio, i dieci ambi 1-2, 3-4, 5-6, 7-8, 9-10, 11-12, 13-14, 15-16, 17-18, 19-20 che sono dentro l’urna dei 4005 ambi, mentre tale possibilità è esclusa, dato che i suddetti dieci ambi non provengono da cinque numeri compresi tra 1 e 90; per ciò che si riferisce agli ambi prestabiliti da giocare se si vuole che la probabilità sia ricercata fra “m” numeri dati bisogna che tali ambi, in quantità, siano quelli che provengono dal numero “m”e, in specie, che siano quelli formabili con gli “m” numeri dati.
Questo il motivo della riscontrata differenza tra i miei risultati e quelli ottenuti con l’applicazione della formula anzidetta. La vera formula generale per la ricerca della probabilità degli ambi in serie è quella che le ho segnalato con la mia precedente.
Se queste discussioni, anziché privatamente, potessero essere fatte pubblicamente con l’intermezzo di qualche rivista riuscirebbero certo di interesse generale e porterebbero un notevole contributo per chiarire le idee in ordine a problemi di grande importanza per la scienza e la pratica del lotto”.
Ing. Aldo Samaritani

MEMENTO DEL GIOCATORE
LEONTINO GORGIA
Ricordarsi che il Lotto è e resterà sempre un gioco difficilissimo, seppur affascinante;
Ricordarsi di non spendere mai troppo al gioco, per evitare di assoggettarsi ad esso;
Ricordarsi di non credere mai alle promesse di facili vincite perché nessun metodo o sistema potrà dare mai la certezza assoluta;
Ricordarsi, giocando, di non vivere di ansia ma di aspettare l’estrazione con serenità. Una moderazione nelle puntate eviterà sempre la delusione, in caso di esito negativo, perché non intacca l’integrità finanziaria;
Ricordarsi di non intraprendere mai il gioco di combinazioni che comportano aumenti delle poste in progressione per molto tempo e di preferire invece pronostici ristretti che non impegnano oltre un certo limite;
Fare possibilmente delle scelte ragionate per avere la consapevolezza della loro validità;
Ricordarsi che non sempre le combinazioni cronologiche più ritardate sono le più attendibili;
Ricordarsi che in questo gioco non esistono situazioni fenomenali od eccezionali, perché l’eccezione è soltanto una condizione che impedisce di completare un’azione già pianificata;
Ricordarsi che nel gioco del Lotto nulla è infallibile. Se si moltiplicano le categorie del tempo e dello spazio, sino a raggiungere una massa imponente di dati, risulta possibile trovare tante storie verosimili o parallele, ma non già la verità assoluta.
DOMENICO MANNA
domenico manna
*LOTTOLOGIA VERA, TEMPI ANDATI*
*LOTTOLOGIA VERA, TEMPI ANDATI*

"Antò guarda… guarda ‘a cchist’ che razza ‘e ‘nsalata sta cumbinann’…". Il corsivo è d’obbligo perché questa fu una frase che Domenico Manna ci rivolse nel pieno di una delle tante interminabili conversazioni basate sulla Ciclometria che avemmo la fortuna di operare con il grande maestro scomparso. Per chi non masticasse il dialetto partenopeo, la traduzione letterale è la seguente: "Antonio guarda… guarda costui che razza di insalata sta combinando…", dove per insalata si intende un miscuglio di ingredienti senza né capo né coda. Certo, il senso e l’ironia delle espressioni dialettali sono quasi impossibili da tradurre in Lingua, ma in questo caso crediamo sia facile da cogliere. Nel momento in cui concludeva un suo pensiero, o ci esponeva una sua scoperta, era solito chiudere il discorso con frasi di questo tipo, che chiarivano meglio di mille parole come la pensasse su certe cose: "Je me faccio ‘o tarallo accussì cu ‘a matematica pe lle da’ dignità di scienza vera e poi vedo che pe ffa’ ‘a ciclometria basta ca se mettono ‘e nummarielli ‘n croce…". Apriva un giornale qualsiasi e commentava coloritamente le performances degli ormai innumerevoli "scienziati" di Ciclometria che in tanti anni non avevano (e non hanno…) saputo produrre null’altro che reiterate quadrature (i numeri in croce…), oppure disegnini ormai stantii (è incredibile ma sono sempre gli stessi dai tempi di Vitale ad oggi, al di là delle patetiche rivendicazioni di paternità che si leggono in giro), incuranti del progresso scientifico e quindi incapaci di crescere, di saltare su un gradino più elevato, convinti di essere già "arrivati" (ma dove? E a cosa???). Oggi poi con l’avvento di internet la situazione è, se possibile, addirittura peggiorata. Provate a digitare la parola "ciclometria" su un qualsiasi motore di ricerca e vi renderete conto da soli. Vi risulteranno centinaia, quando non migliaia di riferimenti. Ma la sostanza? Poca (a voler essere generosi!), e gran parte di quella poca è talmente elementare che se apriste un giornale di 30 anni fa ci trovereste le stesse, identiche cose. Poi provate a fare un'altra ricerca, aggiungendo "manna" alla parola ciclometria. Risultato? Una quantità di riferimenti che si contano sulle dita di una mano sì e no, e questo la dice lunga. I giornali poi, non ne parliamo. Ormai totalmente votati all’impero dei numeri telefonici a pagamento (e che pagamento, a dir poco 1,50 € al minuto!), con i lettori continuamente bombardati di titoloni sull’imminente uscita del massimo ritardatario e quindi invogliati a telefonare per sapere "quando" il birbantello vedrà la luce. In tutto questo chi sa qualcosa di Lotto, di Caso e di azzardo (cioè i collaboratori, quelli che consentono a costoro di uscire puntualmente in edicola con il giornale…) che spazio ha per farlo arrivare a quei lettori cui non interessa un fico secco dei vari 166? Potete verificarlo da soli, sfogliate qualcuno dei giornali che vanno per la maggiore dalla prima pagina e a dir poco troverete una quindicina di pagine tra pubblicità varie e tabelle statistiche (la gran parte totalmente inutili ai fini pratici, ma pubblicate solo per aggiungere una pagina in più rispetto al concorrente…) prima di trovare un VERO articolo. E’ per questo che diciamo che tra i giornali che si editavano 20/30 e più anni fa e quelli di oggi passa letteralmente un abisso di qualità. Dalla storica "la Fortuna" di Napoli al famoso "Calcolo Vincitore" dei f.lli Pasini, passando per il "Corriere dei Giochi" di Giorgio Boschero, per "Lottoroscopo" e per "la Fortuna al Lotto e al Totocalcio" di Bollini-Botti, fino ad arrivare alle 2/3 pagine che "Totocorriere" dedicava al gioco del Lotto negli anni ‘80. Grandi periodici con materiale sempre interessante, che addirittura si facevano pubblicità l’uno con l’altro (alla faccia della concorrenza!), che avevano estremo rispetto per l’intelligenza dei lettori. Addirittura non era raro assistere alla riproduzione di articoli già comparsi da altre parti, con tanto di citazioni (oggi non ci si può neanche azzardare a fare il nome di qualche studioso che scrive da qualche altra parte, pena la censura…). E poi gli autori, letteralmente di un altro pianeta (e forse anche di un’altra galassia), gente che:
quando apriva bocca sapeva perfettamente cosa dire (qualità rara oggi);
che sapeva scrivere (idem);
che conosceva la matematica innanzitutto (come sopra);
che faceva della cultura lottologica VERA (vedi punto precedente).

Citiamo alla rinfusa i vari Manfredonia, Berti, Gorgia, Pittoni, Trivulzio, Fabarri, Boschero, Manna, Vitale, Amena, Tessadri e tanti, tanti altri. Chissà che un giorno qualcuno non decida di andare controcorrente e faccia un giornale che possa far tornare la voglia di leggere e di apprendere, soppiantando quella di "guardare" (sì perché i giornali di oggi chi li compra li guarda e basta…). Noi siamo convinti che anche solo 8/12 pagine basterebbero a fare un giornale con tutti i crismi, e al diavolo una volta per tutte la concorrenza e la sete di ricchezza che sfociano in pagine inutili e specchietti per le allodole.
Antonio FIACCO
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aggiornamento previsioni LOTTO grAtuite 
lunedì, 17 marzo, 2014, 10:45 PM - Notizie Lottostudio.net
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AGGIORNAMENTO PREVISIONI LOTTO:


METODO PRIMUS di Marzo le ambate capogioco di questo mese sono 50 - 4
esito estr. del 13 marzo esce il 4 a bari
chi ha la versione completa (si trova qui: www.lottostudio.net/shop)
puo' ricavare anche gli abbinamenti

*****

RITARDO SU CAGLIARI CADENZA 7 IN PRIMA POSIZIONE (segnalato nella precedente newsletter)
esito estrazione del 15/3 dopo 88 estrazioni esce il 37 in prima posizione

*****

ATTENZIONE SU ROMA:
ci sono diversi ritardi di posizione in prossima uscita
chi ha la versione completa del programma AMBATISSIME può analizzarli con maggiore dettaglio
la versione completa del programma ambatissime si trova qui:
http://www.lottostudio.net/ambatissime_ ... _lotto.htm

in particolare segnalo il ritardo dei numeri di figura 3 in terza posizione arrivati a 77 estrazioni di ritardo (agg. estrazione del 15/3)
sempre in terza posizione ci sono i numeri di cadenza 7 in ritardo da 68 estrazioni
il numero comune ai 2 ritardi è il 57 (cadenza 7 e figura 3)

numeri di figura 3 ordinati per indice di convenienza con il programma ambatissime pro:
57 3 75 30 66 12 21 39 48 84
numeri di figura 3 ordinati per ritardo di posizione
30 57 3 75 12 66 39 21 84 48

*****
RIEPILOGO PROPOSTE DI GIOCO (by magnus sul forum)

Aggiornamento del 14/03/2014
A. TO Ambate (2x1) 07 / 80
B. 02-14 BA/CA/FI/VE rit.1.084 / sto.494
C. 18-33 BA/CA/RO.....rit.1.511 / sto.475
D. BA/CA/MI/PA/TO 54-78 , giocata unica / rit.782 / sto.485
E' uscito 54-78 a VE (TT),il gioco sulle 5 ruote continua , entro la fine di marzo dovrebbe uscire ancora.
27/02 Eccolo,54-78 a NA (TT) / Sulle 5 ruote ANCORA VALIDO!!!
______________________________________________________________________
O. TT x terno: 9-54-78 / 37-54-78 / 54-78-82 (è stato estratto l'ambo 54-82 e l'ambo 54-78,inutile continuare.
O. Ba/Na/Ro 50 / Ba 50 31/12 si continua con Na e Ro / Na 50 il 14/01/14---chiusa---
O. Ba/Na/Ro 50 / Ba 50 31/12 si continua con Na e Ro / Na 50 il 14/01/14---chiusa---
O. Ba/Ge/Na/Ve 58-82 (da seguire come giocata unica) rit. nelle 4 ruote 1345 / sto.864 / 22/02 Ve 58-82---chiusa---
O. To ambate 11/68 (2x1) / TO 68 il 21/1/14 e 11 il 1/2/14---chiusa---
O. Ro ambate 34+/46+/50- (3x1) | 34/40% | 46/40% | 50/20%
(Ro..................34........50........46...
ritardi...............75........81........87...
equidistanza..........6..........6.......... / Roma 34 il 1/2 e 46 il 4/2/14---chiusa---
O. Firenze 3 ambi (sincroni continui) x1 : 14-21 rit.2.231 / 50-57 rit.2.230 / 80-88 rit.2.229 / Firenze 80-88 il 1/2/14---chiusa---
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probabilita' nei giochi 
lunedì, 10 febbraio, 2014, 01:40 AM - Notizie Lottostudio.net
fonte unibocconi.it

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Il Calcolo delle probabilità e la Teoria dei Giochi
"La teoria della probabilità non è in fondo che buon senso ridotto a calcolo; essa permette di valutare con esattezza ciò che le menti illuminate sentono per una specie di istinto senza rendersene conto... E' notevole come tale scienza, che è cominciata con gli studi dei giochi d'azzardo, si sia elevata ai più importanti oggetti delle conoscenze umane".

Così si esprimeva, circa due secoli fa, Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, Puy-de-Dôme, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662) matematico, fisico, filosofo e religioso francese a proposito dell' argomento che ci impegnerà in questo articolo: la probabilità, appunto.



1. La storia

“Tutto ciò che non è lavoro è gioco”, recita un vecchio detto popolare, e noi partiamo proprio dalla storia del gioco per arrivare ad importanti concetti matematici e alla loro applicazione in ambiti molto diversi tra loro.

Il gioco d'azzardo, nel quale si scommettono somme più o meno grandi, era già noto agli antichi Romani, anche se non era approvato ed era ammesso solo durante il periodo dei Saturnali (antica festività in onore del dio Saturno), che si celebravano ogni anno, in origine, per un solo giorno (pare il 17 dicembre), poi, in età imperiale, per più giorni (forse quattro o cinque). Per il resto dell'anno il gioco era proibito e chi trasgrediva la legge veniva punito con un'ammenda che ammontava fino a quattro volte la posta in gioco.

“Dura lex, sed lex”, dicevano proprio i Romani, ma, forse, solo per i comuni mortali, perché la leggenda vuole che l'imperatore Augusto non osservasse scrupolosamente questa disposizione, anche se, ovviamente, nessuno osava farglielo notare.

Che l'imperatore amasse il gioco è testimoniato da una sua lettera in cui afferma : “Abbiamo passato piacevolmente le festività [...] Abbiamo giocato tutti i giorni e il foro dei dadi si è proprio infiammato”.

Uno dei giochi praticati era il cosiddetto "Capita aut navia", quello che noi chiamiamo “testa e croce”: anche in quel caso si lanciava in aria una moneta, sulle cui facce si trovavano rispettivamente la testa di Giano bifronte (Capita) e una nave (navia)

Diffuso anche il gioco degli astragali, di origine antichissima, tanto che vengono persino nominati nell'Iliade di Omero; essi consistevano in ossa brevi, tratte dalle articolazioni delle zampe posteriori di capre o montoni, ed erano utilizzati dagli antichi come dadi per la loro particolare forma, che ricorda un po' quella cubica.

Al British Musuem di Londra è custodito un gruppo realizzato in terracotta che raffigura due fanciulle impegnate nel gioco degli astràgali, datato 330- 340 a .C.

Gli astragali (se ne utilizzavano quattro) avevano quattro facce utili, su ciascuna delle quali era dipinta una figura cui veniva attribuito un punteggio diverso: per esempio, il peggiore lancio si verificava quando compariva la faccia su cui si trovava l'immagine di Anubis, il dio sciacallo delle necropoli egizie, che dai Greci veniva definito kion ossia cane (anche per i Romani), il cui punteggio era solamente 1; la faccia opposta, che era dedicata a Venere, valeva 6 punti, il massimo.

Già ai tempi dei Romani quello dei dadi sicuramente era il gioco più diffuso: è tristemente famoso l'episodio del Vangelo secondo cui i soldati lo utilizzarono per dividersi tra di loro i vestiti di Gesù.

Il gioco dei dadi sostituì man mano quello degli astragali il cui uso si perse nel tempo, anche se non conosciamo il periodo esatto.

Una curiosità: secondo la tradizione greca antica fu Palamede, re di Eubea, ad inventare i dadi da gioco durante la guerra di Troia. L'immagine a fianco rappresenta Achille e Aiace giocano ai dadi, (particolare di un vaso greco del VI a.C. conservato presso i Musei Vaticani).

Nel corso dei secoli, comunque, sia la Chiesa che lo Stato vietarono con leggi e bandi la pratica del gioco, non tanto per il gioco di sorte in sé, quanto per i vizi “indotti” che lo accompagnavano: la bestemmia e il bere combattuti soprattutto dalla Chiesa, mentre lo Stato si preoccupava dello sperpero dei beni posseduti dai giocatori e dei crimini in cui spesso erano coinvolti.

Ciononostante, il gioco d'azzardo (dall'arabo al zhar ,dado, più precisamente zhar è il fiore d'arancio dipinto sul dado) fu per molti secoli il passatempo preferito, anche perché non esistevano tanti modi di divertirsi: molti frequentavano i teatri, ma sicuramente il gioco d'azzardo attirava tutti, dal nobile all'uomo del popolo. E i giochi andavano dai già nominati dadi, alla morra, alle carte, alla “zara”, menzionato persino da Dante nel VI Canto del Purgatorio quale similitudine tra se stesso e i partecipanti a tale gioco.

Giocare e scommettere, dunque. A questo proposito vorrei ricordare la nascita del moderno “lotto”, che avvenne a Genova nel 1576: l'idea era stata di Andrea Gentile ed era legata all'elezione di cinque senatori fra centoventi cittadini del Consiglio, utilizzando un'estrazione a sorte con tanto di bussolotti, corrispondenti ciascuno a un senatore.
Questo tipo di lotto, chiamato "Gioco del Seminario" (dal nome dell'urna in cui avveniva l'estrazione), si svolgeva tramite scommesse che la popolazione piazzava sui propri favoriti.



2. Lo studio della probabilità

Ed proprio dal gioco d'azzardo che ebbe inizio lo studio sistematico del Calcolo delle probabilità che nasce nel Seicento per risolvere alcuni problemi sui dadi posti da un giocatore, il cavaliere de Méré, a B. Pascal, del quale rimane, sull'argomento, un carteggio di sei lettere (tre per parte), datato 1654, con il matematico P. Fermat, su cui ci soffermeremo più avanti.

In effetti già Luca Pacioli nel suo “ Summa de aritmetica, Geometria, proporzioni et proporzionalità” datato 1494, aveva trattato l'argomento insieme al cosiddetto problema delle parti che consiste nel calcolo di come deve essere divisa la posta di una certa partita se essa viene interrotta prima che vi sia un vincitore.

I primi studi conosciuti su questioni di probabilità si riferiscono al gioco dei dadi e compaiono nel libro De ludo aleae (Il gioco dei dadi) di Girolamo Cardano (1501-1576), a sua volta appassionato giocatore.

Vale la pena soffermarsi un momento sulla vita di questo studioso piuttosto originale ed eclettico, che non si occupò solo di Matematica dove, peraltro, raggiunse discreti, anche se discussi risultati, ma di Medicina, di Fisica, di Astrologia, di Meccanica (ricordate il giunto cardanico?), di Alchimia e di Scienze.

Figlio illegittimo di un avvocato e di una vedova molto più giovane, Gerolamo venne avviato allo studio della Matematica proprio dal padre, appassionato di tale disciplina, che insegnava Geometria all'Università di Pavia e pare fu consultato anche da Leonardo.

Iniziò i suoi studi di Medicina proprio a Pavia, ma li terminò a Padova. Come medico ebbe molto successo: la sua fama si estese anche in Europa, tanto che nel febbraio 1552 fu invitato a curare John H. Hamilton, arcivescovo cattolico di St. Andrews a Edimburgo, sofferente, si credeva, di tisi, che, col tempo, era andata aggravandosi.

Come ci racconta Attilio Zanca nel suo libro “Cardano medico e taumaturgo”, Cardano partì il 22 febbraio 1552 e il 13 marzo giunse a Lione dove avrebbe dovuto incontrare l'arcivescovo scozzese; dopo un breve soggiorno, ritornarono in Scozia e il nostro medico diagnosticò che la malattia dell'arcivescovo era asma, causata dalla vita disordinata condotta dal prelato. Gli ordinò una dieta, diremmo oggi, più equilibrata, e di sostituire i cuscini e i materassi di piuma del letto dove dormiva con altri di seta grezza perché “seggendo sulle quali in fama non si vien": l'intuizione fu vincente perché l'arcivescovo guarì rapidamente e, naturalmente, lo ricompensò con molta generosità.

Oggi possiamo pensare che la malattia di Hamilton fosse di origine allergica e che l'asma fosse causata dagli acari delle piume: se pensiamo che queste conclusioni furono dimostrate nel 1964 possiamo capire la grandezza di Cardano. Se come medico ebbe notevole successo, non altrettanto si può dire della sua esperienza di astrologo: fece l'oroscopo di Gesù Cristo, ma la Chiesa che già non apprezzava l'Astrologia in generale, a maggior ragione lo accusò di eresia e lo mise in prigione per tre mesi, più altrettanti di quelli che oggi chiameremmo “arresti domiciliari”. Maggior fortuna non ebbe con le profezie pronunciate, rispettivamente, per l'arcivescovo - cui annunciò successo e felicità perenni - e per il giovane Edoardo VI, per il quale previde una vita oltre i cinquantacinque anni: il primo fu impiccato a Stirling nel 1571, senza processo, dai riformatori scozzesi, mentre Edoardo VI morì di tubercolosi nel giro di un anno.

Ma torniamo al Cardano matematico: egli fu il più famoso algebrista del Cinquecento. Si rese protagonista di un episodio che non lo mette certamente in buona luce. Il fatto è legato ad un altro matematico, Nicolò Fontana da Brescia detto il Tartaglia (per la balbuzie dovuta alle ferite alla testa inferte da un soldato francese durante il sacco di Brescia nel 1511). La questione riguardava la risoluzione delle equazioni di terzo grado e, dai documenti pervenutici, sembra che il nostro Cardano non si sia comportato in maniera molto corretta nei confronti di Tartaglia.

Come abbiamo già detto, Cardano scrisse De Ludo Aleae sul gioco dei dadi (scritto intorno al 1525 ma pubblicato postumo nel 1663); egli amava molto questo tipo di gioco, nel quale, da una parte dissipò molte delle sue sostanze, dall'altra qualche volta costituì un modo per incrementare le sue entrate, vincendo più di quanto perdesse, anche se era solito affermare che “..l'unico vantaggio deriva dal non giocare per niente....".

Nella speranza di aumentare le sue possibilità di vittoria, egli studiò a fondo il gioco a tal punto che può essere considerato il primo ad aver gettato le basi della moderna Teoria della probabilità; infatti nell'opera egli definì la probabilità come rapporto tra il numero dei casi favorevoli e quelli possibili ed enunciò due importanti teoremi: la probabilità dell'evento prodotto logico (A e B) di due eventi semplici A, B e una anticipazione della legge dei grandi numeri.

Anche Galileo Galilei, qualche anno più tardi, intorno al 1630, si occupò di probabilità ed il suo contributo fu notevole: nell'opera “Sulla scoperta dei dadi”, come Pascal fa il calcolo dei casi favorevoli all'avverarsi di evento rispetto a tutti quelli possibili. Su richiesta di un gruppo di nobili fiorentini che volevano capire come mai nel gioco a tre dadi detto “Zara” uscissero di più (abbiano una frequenza maggiore, diremmo oggi) il 10 e l'11 rispetto al 9 o al 12, Galileo calcolò che esistono 27 modi per ottenere il 10 e l'11 da tre dadi contro i soli 25 per il 9 e il 12.

Ormai è chiaro che lo studio sistematico della probabilità è nato dall'esigenza di risolvere dei problemi puramente pratici legati al gioco d'azzardo; e fu proprio per questo motivo che Blaise Pascal nel 1654 cominciò ad interessarsi a questo ramo della Matematica. Infatti, come abbiamo già accennato, un cavaliere (un certo De Mère) gli pose una serie di quesiti sul gioco dei dadi, alcuni dei quali piuttosto contorti. Uno di questi è il seguente:

esiste la stessa probabilità di vincere scommettendo che esca almeno un 6 su 4 tiri consecutivi, lanciando un dado alla volta, oppure scommettendo che escano almeno due 6 su 24 tiri, lanciando due dadi alla volta?

Pascal discusse di questo e degli altri problemi con Fermat in un carteggio formato da sei lettere. Secondo il Cavaliere De Meré, la risposta avrebbe dovuto essere positiva. Ecco il suo ragionamento:

Si può assumere che su 6 lanci ogni faccia esca una sola volta, cioè le possibilità di avere un 6 sono 1 su 6. Effettuando 4 lanci, queste possibilità dovrebbero essere 4*1/6 = 2/3 .

Se si lanciano due dadi, sui 36 risultati possibili solo uno sarà un doppio sei, quindi la possibilità di fare un doppio 6 ad ogni lancio si può porre uguale a 1/36. Su 24 lanci, la possibilità diventa 24*1/36 = 24/36 = 2/3.

Purtroppo si accorse del proprio errore a spese del suo patrimonio e questo lo indusse a chiedere aiuto a chi era più esperto.

Pascal, insieme a Fermat, fornì la risposta giusta calcolando quanti sono i casi favorevoli allo scommettitore rispetto a tutti i casi che si possono verificare, giungendo alla conclusione che il doppio 6 su 24 lanci è un evento più difficile a realizzarsi di un singolo 6 su 4 lanci.

Per il lettore amante di questo tipo di esercizio forniamo la soluzione, utilizzando la notazione moderna:

La probabilità dell'evento “in 4 lanci di un dado esce almeno una volta 1”

equivale alla probabilità contraria dell'evento

“in quattro lanci non esce nemmeno una volta 1”.

In altri termini, se indichiamo rispettivamente con p e q le probabilità dei due eventi, risulta p = 1 - q . La probabilità q è .

Quindi p = 1 -

La probabilità dell'evento

“in 24 lanci di due dadi esce almeno un doppio 1”

equivale alla probabilità contraria dell'evento

“in 24 di due lanci di due dadi non esce nemmeno una volta un doppio 1”.

In altri termini, se indichiamo rispettivamente con p e q le probabilità dei due eventi risulta p = 1 - q.

La probabilità q è da cui ricaviamo



Però né Pascal né Fermat diedero una stesura sistematica ai risultati a cui erano pervenuti, ma a tali risultati si ispirò un grande scienziato olandese, Christian Huygens, che nel 1657 pubblicò un trattato, De ratiociniis in ludo aleae (Sui ragionamenti nel gioco dei dadi).


Non ci soffermiamo sulla figura di questo studioso, ma ricordiamo che egli è considerato tra i fondatori della Meccanica e dell'Ottica fisica e che il suo nome è legato a importanti scoperte astronomiche e nel campo della Fisica.

Intorno al XVII secolo lo studio della probabilità si staccò dai problemi di gioco per entrare in qualcosa di più “serio” e, grazie ad un commerciante di stoffe inglese, John Graunt, fu applicato alle Scienze sociali.

Graunt, insieme a Malthus, può essere considerato il fondatore della Demografia, cioè quella scienza che studia, da un punto di vista quantitativo, tutto ciò che riguarda i movimenti delle popolazioni.

Egli cominciò a consultare i cosiddetti Bills of mortality (Bollettini di mortalità) che fornivano la lista dei morti e delle nascite in alcuni quartieri di Londra, in cui erano indicate anche le cause di morte: questi bollettini erano spesso consultati dai ricchi londinesi per conoscere l'insorgere di eventuali epidemie di peste e, quindi, mettersi al sicuro lontano dalla città.

Per Graunt , invece, questi dati diventarono la base di un approfondito studio per compiere diverse analisi; per esempio, stimare la popolazione della capitale: egli scoprì che nel 1660 c'erano state circa 3 morti ogni 88 persone, per cui essendoci stati 19200 decessi, 19200 * = 387200 è la stima calcolata.

Inoltre egli studiò le cause biologiche, sociali ed economiche della mortalità, lo studio del rapporto tra i sessi, la differenza tra nascite e morti in città e campagna, i flussi migratori.



3. Bernoulli e la Legge dei grandi numeri

Nel nostro excursus storico sulla probabilità arriviamo al 1713, dove incontriamo Jakob Bernoulli, matematico e scienziato svizzero, e la sua opera Ars conjectandi; in essa troviamo i concetti anticipatori del calcolo delle probabilità, insieme ai cosiddetti numeri di Bernouilli e al primo enunciato della legge dei grandi numeri, oggi fondamentale per le Scienze statistiche.

Non ci soffermiamo sui numeri di Bernoulli (che richiedono l'introduzione di formule non molto semplici per i non addetti ai lavori); invece vorrei approfondire il significato della “legge dei grandi numeri” o teorema di Bernoulli e le sue applicazioni.

“In base a esso, se E è un evento e p è la probabilità (costante) di successo, cioè la probabilità del verificarsi di E in una prova, allora la frequenza relativa dei successi su n prove indipendenti eseguite converge a p', cioè se il numero n delle prove effettuate è sufficientemente grande, è quasi certo che la frequenza relativa dei successi nelle n prove differirà assai poco dalla probabilità di successo nella singola prova”.

Vediamo di capire meglio con un esempio: se lanciamo una moneta, tutti sappiamo che la probabilità che esca “testa” è del 50%, cioè ½, e così per la probabilità che esca “croce”. Ciò significa che se eseguo dieci lanci otterrò esattamente 5 volte “testa” e cinque volte “croce”? Certo che no, rispondiamo tutti: per quanto ne so a priori, potrei ottenere dieci uscite dell'una e zero dell'altra. Se però effettuo un numero molto grande di tentativi, la frequenza (cioè il verificarsi di uno dei due eventi), per esempio l'uscita “testa”, si avvicina, cioè tende alla probabilità teorica, nel nostro caso ½. Se vogliamo ancora un esempio per chiarire ulteriormente, pensiamo al sesso di un nascituro: anche in questo caso la probabilità che sia maschio o femmina è del 50%, ma su quattro figli non è detto che due siano maschi e due femmine. Se però pensiamo, ai nati in Italia, per esempio nel 2005, quindi un numero abbastanza grande, scopriamo che i nati sono in tutto 554022 di cui 268325 femmine e 285697 maschi. E' facile (con la calcolatrice…) calcolare il rapporto tra nati femmine o maschi e quella totale (circa 0,51 nel primo caso e 0,48 nel secondo) e si vede che tale rapporto tende a 0,5.

La parola “tende” è stata sottolineata per due motivi: il primo è che questa semplice parola in Matematica rappresenta un importante concetto, quello di limite ; il secondo perché ci servirà, più avanti, a confutare alcune false credenze propinate ai giocatori del lotto per convincerli a continuare a puntare, mascherando le motivazioni sotto una falsa parvenza scientifica.

Abbiamo già visto che la probabilità si calcola come rapporto tra i casi ritenuti favorevoli al verificarsi di un evento e quelli ritenuti possibili; ora introduciamo il concetto di speranza matematica che ci porterà a quello di gioco equo .

Si definisce “speranza Matematica”il prodotto della somma da vincere per la probabilità di vincerla; per esempio se la probabilità p=1/18 è la probabilità al gioco del Lotto che esca un numero su una determinata ruota (spiegheremo più avanti come si perviene a questo valore) ed io gioco 1 €, la speranza matematica è

1 € x €, cioè circa 0,056 €

Come si nota, la speranza matematica è un valore espresso, per esempio, in Euro.

Se vogliamo capire meglio il significato di questo concetto, possiamo dire che esso rappresenta la previsione della vincita media per partita che si avrà facendone un numero molto elevato.

Questa nuova nozione ci porta ad un'altra, il cosiddetto gioco equo : esso si verifica quando il prezzo del gioco è uguale alla speranza Matematica della vincita, cioè se alla fine i giocatori si trovano a non aver guadagnato nulla, ma anche a non aver perso nulla, ovvero se la speranza Matematica di ciascun giocatore è nulla. Quindi:

Prezzo pagato = Vincita * probabilità.(1)

Di qui ricaviamo che la somma che dovremmo ricevere in caso di vincita è pari al rapporto tra il prezzo pagato e la probabilità, sempre che il gioco sia equo.



4. Il gioco del lotto

Vediamo di applicare tutti i concetti finora appresi a quello che Bruno De Finetti, grande matematico italiano morto nel 1985, definiva “la tassa sull'imbecillità”: il gioco del Lotto.

Diamo inizio, allora, al nostro processo con l' obiettivo di dimostrare, al di là ogni ragionevole dubbio, che tutte le teorie su numeri ritardatari, numeri gemelli, numeri spia e chi più ne ha ne metta, sono false.

La prima cosa da stabilire è che non è un gioco equo e che l'unico che veramente “guadagna”(il giocatore può “vincere”, ma non guadagnare) è lo Stato che lo gestisce. Infatti, se il gioco fosse equo, chi indovina un numero su una determinata ruota dovrebbe vincere 18 volte la posta giocata, mentre invece lo Stato paga circa 11 volte la quota; se si indovina un ambo si incassa 250 volte la somma scommessa, anziché 400, e così via.

Passiamo poi ad un'altra truffa perpetrata ai danni di giocatori ingenui da sedicenti “esperti” in quella che è stata chiamata lottologia scientifica e cioè la teoria sui numeri ritardatari.

Innanzi tutto dobbiamo confutare la convinzione che l'uscita dei suddetti numeri sia legata alla legge dei grandi numeri, legge sicuramente valida, ma usata in maniera errata per mascherare con principi matematici reali ciò che, invece, è un inganno bello e buono e sedurre, così, i più sprovveduti e incitarli a continuare a puntare e a spendere denaro.

Tacito, considerato uno degli storici più importanti dell'antichità (nacque intorno al 55 d. C) e autore degli “Annales”, diceva " La speranza di diventare ricchi è la più diffusa causa di povertà": quanto è attuale questa affermazione e come si collega alle nostre argomentazioni!

I telegiornali e la stampa, in genere, esaltano con servizi particolarmente accattivanti e convincenti le vincite milionarie (rare), ma porgono poca o nessuna attenzione ai casi di persone che si sono rovinate per il gioco del lotto e per la tristemente famosa teoria dei numeri ritardatari: qualche anno fa u n impiegato di una banca dell'Oltrepò pavese è stato licenziato, perché aveva sottratto un milione di euro dai conti correnti dei clienti per giocare il 53 sulla ruota di Venezia, in ritardo da molte settimane, mentre altre quattro persone si sono suicidate , dopo aver dilapidato i beni di famiglia, continuando a puntare sul numero; ma queste sono storie che non fanno notizia.

Esistono riviste, trasmissioni televisive e, persino il sito web della Lottomatica, che forniscono ricche tabelle con tutti i numeri che non “escono” da più tempo con, ovviamente, il numero di settimane di ritardo.


Nel sito prima citato è riportata questa affermazione: " La tradizione vuole che l'estrazione di certi numeri "preannunci" l'uscita di altri”.
Ma questa dichiarazione ha il significato scientifico che alcuni cercano di attribuirle? Vediamo di rispondere nel modo più rigoroso e, nello stesso tempo, più chiaro possibile.

Già ai primi dell'ottocento, il già citato De Laplace scrisse: “ Quando un numero non esce da molto tempo, i giocatori corrono a coprirlo di danaro, essi ritengono che quel numero reticente debba uscire al primo colpo, a preferenza di altri, ma il passato non può avere alcuna influenza sull'avvenire”.

Qualcuno, come abbiamo già detto, si appella alla legge dei grandi numeri per avvallare la propria tesi secondo cui l'affermazione precedente è vera: chi fa ciò o ha letto in maniera molto superficiale qualche manuale di probabilità o è in mala fede.

Infatti ogni numero ha sempre la stessa probabilità di essere estratto (a meno che non ci sia frode, con bussolotti riconoscibili al tatto o altri imbrogli). Non è affatto vero che i numeri con maggiore ritardo abbiano più probabilità di uscire rispetto agli altri: i numeri sono "senza memoria", come si dice, tutti hanno la stessa probabilità d'uscita, indipendentemente da ciò che è successo in precedenti estrazioni, cioè la probabilità continua ad essere 1/18.

Non è facile convincere gli accaniti giocatori che se un numero è uscito molte volte (o poche) nelle estrazioni precedenti, allora dovrà uscire più raramente (o viceversa più spesso) nelle successive in modo che il valore della frequenza si avvicini a quello della probabilità, perché questo è ciò che afferma la Legge dei grandi numeri, secondo molti falsi “esperti”.

Questa è un'interpretazione distorta della Legge.

Intanto essa è applicabile e risulta vera per numeri dell'ordine di molte decine di migliaia, mentre il ritardo dei numeri è dell'ordine delle centinaia. Inoltre la legge dei grandi numeri non dice che la probabilità si bilancia dopo un elevato numero di prove, ma che all'aumentare del numero di prove eseguito, le frequenze dei due eventi si avvicinano al valore delle rispettive probabilità. Qual è l'errore del giocatore? Nel trasformare la frase che dice “all'aumentare del numero di prove” con la frase “dopo un elevato numero di prove”.

Non hanno senso neppure le previsioni basate su analisi statistiche, “numeri spia”che “annunciano” l'estrazione di ambi o terne che possono uscire più facilmente di altre (per esempio la terna 1,2 e 3 ha la stessa probabilità di uscita della terna 12,35,48); ogni volta che si gira l'urna contenente i bussolotti si ricomincia daccapo e ogni numero, ambo, terna hanno sempre la stessa probabilità di uscita, indipendente da ciò che è successo in precedenza.

Facciamo un altro esempio per chiarire meglio come un sostenitore della teoria dei numeri ritardatari si possa rovinare, insistendo nel giocare sempre lo stesso numero. Prendiamo il caso del numero 34: dopo l'ultima uscita sulla ruota di Cagliari risalente al giugno 2004 uscì il 1° aprile 2006 (si potrebbe pensare che i numeri abbiano il senso dell'umorismo...) dopo ben 206 settimane di irreperibilità.

Supponiamo di essere un giocatore “razionale che conosce” la legge dei grandi numeri e di cominciare a giocare all'inizio di gennaio del 2005: punto solo 1 € sul 34, pensando “Sono sei mesi che non esce, quindi…”, ma le mie speranze vanno deluse. Continuo a giocare (sempre 1 €, “Sono furbo, io, non voglio mica rovinarmi..) e dopo 11 estrazioni il numero continua, a sua volta, la latitanza ed io comincio a farmi due conti: se il numero esce vinco 11,23 €(il perché lo abbiamo già spiegato), che è quanto ho speso finora, quindi se voglio avere un margine di guadagno devo aumentare la posta. Decido di raddoppiare e continuare a scommettere (“prima o poi..la legge dei grandi numeri…” ). Arrivato alla sedicesima estrazione ho speso 11 €+10€=22€. Se quel benedetto numero uscisse vincerei 22, 46 €, cioè andrei a pari, ma dal momento che continua a latitare sono costretto ad alzare la posta, per poter coprire almeno le spese. E così punto 3 € e, nel frattempo con 16 estrazioni (due alla settimana, in quel periodo) sono arrivato soltanto a fine febbraio.

Penso che a questo punto il lettore cominci a capire come vanno le cose: non continuo nel calcolo, perché diventerebbe noioso. Faccio solo notare che dovrei man mano alzare la posta di 1 € e questo solo per andare praticamente a pari, senza guadagnare nulla, anche nell'eventualità che il numero uscisse, e, quindi, vincendo. E' chiaro che con un numero come il 34 (lo sapevate che per la “Smorfia” questo numero rappresenta la testa?, quella che dovrebbero usare i giocatori, aggiungo io) che non è stato estratto per 206 volte, la spesa è notevolmente salita. Il lettore tenga conto che per un altro numero, per il 53 sulla ruota di Venezia, che abbiamo già citato, quando finalmente è uscito, le vincite hanno reso sì 700 milioni di euro ai giocatori, contro però i 1200 e più giocati.



5. La probabilità condizionata

Ad ulteriore conferma della nostra tesi aggiungiamo ancora una considerazione: se si calcola che la probabilità che il 34 (o qualsiasi altro numero) esca alla 206 a estrazione condizionata dal fatto che non è uscito per 205 volte, si ritrova esattamente la probabilità che esca in una estrazione.
E' pur vero che la probabilità assoluta che un numero non esca per 205 settimane è, in effetti, molto bassa, circa otto su un milione, ma ciò non esclude che non possa succedere.
Per consentire di capire meglio, sono costretta a introdurre alcuni concetti matematici, ma, come al solito, il formalismo sarà ridotto al minimo.
Intanto dobbiamo chiarire cosa intendiamo per probabilità di un evento A condizionata da un evento B: essa è la probabilità che si verifichi A una volta che si sia già verificato B; mentre diciamo che l'evento A è indipendente dall'evento B se la probabilità del verificarsi dell'evento A non dipende dal fatto che l'evento B si sia verificato o no.

E' intuitivamente comprensibile che i due valori sono diversi.
Abbiamo ripetuto più volte che la probabilità che un numero sia estratto o meno è un evento indipendente dalle estrazioni precedenti. Ma nei siti e nelle riviste specializzate in lotto e nelle trasmissioni televisive ad esso dedicate, sedicenti esperti cercano di convincere i giocatori che ciò non è vero.
Esaminiamo l'evento A: “ esce il numero 34 alla 206 a estrazione” , esso ha come probabilità tutte le possibili cinquine, che costituiscono le estrazioni su una ruota, in rapporto a tutti i casi possibili (90 numeri), quindi

p(A) =5/90=1/18.

L'evento B , “il numero 17 non è mai uscito nelle prime 205 estrazioni” ha come probabilità quella contraria all'evento precedente e cioè 17/18, che non esca per due volte la probabilità sarà cioè , quindi per tre estrazioni e così via. Nel nostro caso specifico la probabilità che il numero 34 non esca per 205 estrazioni sarà

p(B)= il cui valore, lo abbiamo già detto, è circa 8x10-6, quindi molto basso.
Considerare la probabilità condizionata significa studiare l'evento “ esca il 34 alla 206-ma estrazione sapendo che tale numero non è comparso nelle 205 estrazioni precedenti”; per risolvere questo problema dobbiamo ricorrere al teorema di Bayes, matematico e ministro presbiteriano britannico del 1700, sulle cui applicazioni anche in Medicina ed altre Scienze ci occuperemo più avanti.
Il teorema fornisce la seguente formula:





Vediamo di spiegare i vari simboli: il primo membro rappresenta la probabilità che l'evento B ha di verificarsi se si è verificato A ”, p( A &#8745; B ) è la probabilità che il 34 non esce nelle prime 205 estrazioni, ma compare nella 206-ma” e vale:





Che è la probabilità di uscita di un numero, prima calcolata; questo dimostra che il fatto che il famigerato 34 abbia fatto soffrire (e spendere) i giocatori per ben 205 estrazioni non ha alcuna influenza su ciò che è accaduto alla 206-esima.
Sono sicura che gli accaniti scommettitori non saranno affatto convinti da queste mie argomentazioni, peraltro condivise e già scritte da molti, ma io ho provato ugualmente:”Repetita iuvant” dicevano i latini.
Per chiarire ancora meglio il significato del teorema di Bayes potremmo dire che se è alta la probabilità che l'evento A sia effetto della causa B, il fatto che l'evento A si sia verificato aumenta la probabilità, anche se non dà la certezza, che a produrlo sia proprio la causa B . Viceversa, se è bassa la probabilità che l'evento A sia effetto della causa B, il fatto che l'evento A si sia verificato diminuisce la probabilità che a produrre A sia stata proprio la causa B .



6.1 Applicazioni in Medicina

Consideriamo, ora, l'applicazione della probabilità e del teorema di Bayes in Medicina occupandoci di una Scienza importante e relativamente recente, l'Epidemiologia.

Dal punto di vista etimologico questa parola è composta da tre parti, di origine greca: (epi-demio-logia) e significa “ discorso riguardo alla popolazione”; con ciò non dobbiamo credere che questa scienza studi solo malattie (infettive e contagiose) che riguardano intere popolazioni o quasi e non il singolo, al contrario “ si occupa di TUTTE le malattie ma, diversamente da altre discipline, se ne occupa esclusivamente a livello di popolazione piuttosto che di individuo”¹. In altre parole, si studiano le malattie attraverso l'osservazione della loro distribuzione e del loro andamento nella popolazione, per poter individuare i fattori che ne sono causa o che ne favoriscono la diffusione.

Paolo Vineis insegna all'Imperial College of Science, Technology and Medicine di Londra (dove è professore di Epidemiologia ambientale), all'Università di Torino e alla Columbia University di New York. Conduce da anni ricerche nel campo dell'Epidemiologia e in un'intervista afferma che l'Epidemiologia ha assunto un ruolo fondamentale in Medicina.

Per esempio, spiega Vineis, “Negli anni '30 un trattamento veniva prescritto perché il professor Tizio aveva trovato, in una piccola serie di pazienti, risultati superiori a quelli del professor Caio. In questo modo una malattia poteva avere decine di terapie diverse. Solo alla fine degli anni '40 venne introdotta l'idea di un confronto sistematico fra pazienti, di cui un gruppo veniva trattato con il farmaco da sperimentare e l'altro gruppo con un placebo e i membri dell'uno e dell'altro gruppo venivano scelti a caso”.

Uno strumento di base dell'Epidemiologia è il cosiddetto screening che consiste in una serie di esami che vengono eseguiti con lo scopo di individuare le persone a maggior rischio per una certa patologia.

In tutto ciò si inserisce il teorema di Bayes: vediamo con un esempio tratto da un articolo del dottor Marco Besozzi ( docente al Dipartimento di Medicina di Laboratorio, IRCCS, Istituto Auxologico Italiano di Milano) di spiegare “come il teorema di Bayes possa essere applicato in modo intuitivo. Si consideri un test destinato a rivelare la presenza nel siero di anticorpianti-HIV. Si assuma che questo test abbia una sensibilità del 100% (il test, quindi, è positivo nel 100% dei malati). Si assuma che questo test abbia una specificità del 99,7% (il test, quindi, è negativo nel 99,7% dei soggetti sani). Si sa che la prevalenza della positività agli anticorpi anti-HIV è del 3 per mille (nella popolazione, su 1000 soggetti presi a caso, 3sono positivi agli anticorpi anti-HIV). Supponendo di effettuare il test su 1000soggetti presi a caso i risultati saranno i seguenti: 3 soggetti presenteranno positività agli anticorpi anti-HIV, in quanto la prevalenza è del 3 per mille (veri positivi); inoltre, effettuando l'analisi su 1000 soggetti, a causa del fatto che la specificità del test è del 99,7% ci dovremo aspettare 3 positivi su1000 soggetti sani (falsi positivi). Essendo in totale 6 i soggetti positivi, e 3 i veri positivi, avremo quindi un valore predittivo del test positivo pari a 3/6, cioè un valore predittivo del test positivo pari al 50% ( p pari a 0,5).

L'esempio riportato si presta a una prima importante considerazione: il teorema di Bayes rappresenta l'unico strumento che consente di fornire una misura quantitativa, e quindi oggettiva, del valore aggiunto fornito da un test diagnostico (come un'analisi di laboratorio). Nel caso degli anticorpi anti-HIV, la differenza tra la probabilità (di essere malati) a posteriori (dopo avere effettuato il test, pari al 50%) e la probabilità (di essere malati) a priori (prima di avere effettuato iltest, pari al 3 per mille) rappresenta il valore aggiunto che il test diagnostico è in grado difornire, in termini di informazione, alla diagnosi medica. Questo fatto collega il teorema di Bayes e il processo decisionale medico alla teoria dell'informazione.



6.2 Applicazioni in Informatica

Cambiano, ora completamente argomento per occuparci di Informatica ed esattamente di quel fenomeno in cui sono incappati, più meno, tutti i navigatori della Rete e conosciuto con il nome di spamming: esso consiste nell'invio di grandi quantità di messaggi indesiderati (generalmente commerciali), attraverso l'e-mail. L'origine del nome è piuttosto curiosa, perché deriva da uno sketch tratto da una serie televisiva britannica, il Monty Python's Flying Circus.

L'episodio è ambientato in un locale nel quale ogni pietanza proposta dalla cameriera è a base di Spam (un tipo di carne in scatola) che viene rifiutato dal cliente.


Lo scopo dello spam è quello di inviare messaggi pubblicitari a migliaia di utenti e, siccome è inviato senza il consenso del ricevente, è in genere sgradito.

Per questo è necessario un software che permetta di “filtrare” i vari messaggi, cioè, in altre parole, occorre un “sistema”che riconosca un messaggio spam da uno normale e lo elimini, impedendogli di raggiungere il nostro indirizzo e-mail. Nell'agosto del 2002 è apparso un articolo di Paul Graham dal titolo " A Plan for Spam" dove descrive un metodo innovativo nell'affrontare il problema che si basa sulla formula di Bayes molto più efficace di quello usato dai cosiddetti filtri automatici. Il giornalista Paolo Altissimo spiega in modo chiaro ed esaustivo, nel sito della casa Apogeo (www.apogeonline.com) le principali differenze tra i due sistemi. Il primo, quello automatico, si basa sulla presenza nel testo del messaggio di parole facenti parte di un elenco segnalato dall'utente e che, quindi, se presenti nel testo, fanno sì che il messaggio venga bloccato.

Questo metodo presenta, però, spiega Altissimo, degli inconvenienti: infatti può diventare o poco efficace, perché gli spammer riescono ad aggirare l'ostacolo del riconoscimento della parola (cambiando per esempio le dimensioni un carattere) oppure troppo restrittivo. L'esempio che Altissimo riporta mi sembra particolarmente significativo: se abbiamo nel nostro elenco di parole da escludere la parola porno (gli spam su tale argomento sono molto diffusi) verranno sì cestinati tutti i messaggi che contengono questa parola, ma se “un vostro amico vi manda un' e-mail supplicando aiuto per debellare il dialer di un sito porno che gli ha infettato il computer, il suo messaggio verrà cestinato come spam” e voi rischiate di perdere un amico.

Invece, il filtro bayesiano si basa su un principio di classificazione diverso che fa uso di un teorema sulla probabilità il cui autore, ironia della sorte, è vissuto circa trecento anni fa.

Il programma-filtro analizza un insieme di “messaggi tipo” che l'utente indica come spam e calcola “automaticamente la frequenza d'uso delle varie parole contenute, includendo anche i codici HTML e i dettagli delle intestazioni (header)”. Si forma una “classifica” di presenze per ogni parola: si attribuisce un punteggio a determinate parole e se il punteggio supera un certo limite minimo vengono classificate come Spam. .

Quindi, se una parola con alta frequenza è presente nel testo di un dato messaggio è probabile, ma non sicuro, che questo sia spam. La sicurezza è ottenuta valutando la frequenza “complessiva” delle varie parole che sono contenute nel testo. Cosa significa? Significa che se un'e-mail contiene un termine giudicato “una parola ad alto rischio spam ma per il resto è costituito da parole poco usate dagli spammer, non viene classificato come spam” e, quindi, il rischio di “falsi positivi” (concetto già incontrato in Medicina) è molto basso. Infatti ci sono parole, fa osservare Altissimo, che gli spammer non possono fare a meno di usare se vogliono propagandare efficacemente il loro prodotto e, sostiene Graham, in genere il loro frasario è molto limitato e, questo fatto, rappresenta il loro tallone d'Achille.

Dopo queste premesse è chiaro che un messaggio come quello indicato nell'esempio non verrebbe cestinato.

Alcuni provider, invece, si difendono costituendo delle liste, le cosiddette blacklist, che contengono Ip o indirizzi considerati fonti di spam.

Esistono, come è facilmente immaginabile, due scuole di pensiero a favore dell'uno o dell'altro metodo; non ci addentriamo in questa analisi perché ci allontanerebbe troppo dall'argomento principale, concludiamo, perciò, dicendo che la lotta allo spam è sempre aperta e fior di esperti elaborano sistemi sempre più sofisticati per liberarci di questa posta indesiderata.



7. Il dilemma di Monty Hall

La probabilità è applicata anche nelle strategie militari, ma la guerra non è un argomento che, come si dice, è nelle “nostre corde” e così ho pensato di terminare il capitolo in modo più divertente: propongo due curiosi problemi in cui il calcolo della probabilità permette di arrivare ad una soluzione che, in certo senso, va contro l'intuizione comune. Il primo è noto come “il dilemma di Monty Hall” ed è legato ad un gioco a premi americano Let's Make a Deal e trasmesso dalla Tv americana negli anni 90 .

Intanto il nome viene da quello del conduttore dello show, Maurice Halprin, noto con lo pseudonimo di Monty Hall. In questo gioco, vengono mostrate a un giocatore tre porte chiuse; al di là di una c'è un'automobile e dietro ciascuna delle altre due si nasconde una capra. Il giocatore sceglie una porta, ma non la apre; il conduttore dello show (che conosce ciò che si trova dietro ogni porta) deve aprire un'altra porta, e poiché conosce la disposizione dei premi, ne apre una che nasconde la capra. A questo punto il presentatore al giocatore la possibilità di cambiare la propria scelta iniziale, (oppure di tenersi il premio nascosto dietro alla porta da lui scelta) passando all'unica porta restante. La domanda è, quindi: conviene cambiare o no? Il giocatore può ragionare in questo modo: “So che in una delle due porte rimaste, tra cui quella che ho scelto inizialmente, c'è certamente l'automobile, quindi la probabilità è pari, per entrambe le porte, ad ½. Perciò è indifferente cambiare o no”.



La questione, però, non finì così semplicemente. Infatti essa fu proposta nel 1990 nella popolare rubrica di domande e risposte “Chiedilo a Marylin” della rivista americana Parade dal Sig Craig F. Whitaker (Columbia, Maryland). La rubrica era tenuta da Marylin vos Savant, personaggio non certo di poco conto, in quanto presente nel Guinness dei Primati per il suo altissimo Q.I.(228)

Marylin rispose che la soluzione prima fornita è errata e che al concorrente conviene comunque cambiare, in quanto la probabilità di vincita passa da ½ a 2/3.

Questa risposta, però, non soddisfò i suoi lettori che la subissarono di lettere di proteste (tra cui, pare, molti matematici insigniti del Ph.D, titolo equivalente al nostro dottorato di ricerca) che contestavano la soluzione della Savant.

Persino Paul Erdos, uno dei più grandi matematici del '900 disse «Impossibile. Non può fare differenza il cambiare la porta» («L'uomo che amava solo i numeri», P.Hoffman) e dall'Università della Florida le scrissero: "Lei sembra avere difficoltà a cogliere gli aspetti fondamentali della teoria della probabilità... C'è già abbastanza ignoranza Matematica nel paese, senza che si metta a creare confusione anche la persona con il più alto QI del mondo!"

Marylin non cedette e dimostrò di essere nel giusto con un metodo molto efficace; costruì una tabella con i sei casi possibili: l'auto è dietro la porta A, B o C e il giocatore non cambia la scelta oppure, l'auto è dietro A, B o C e il giocatore cambia .

Ne risulta che se si sostituisce si vince in due casi su tre. Se non si cambia in un caso su tre. Nel caso in cui l'auto sia dietro la porta A la tabella potrebbe essere come la seguente. (Si tenga presente che prima della proposta di cambio il presentatore apriva una porta che nascondeva la capra)



Porta scelta

Il giocatore cambia

Il giocatore non cambia

A

Perde

Vince

B

Vince

Perde

C

Vince

Perde



Per chiarire ulteriormente la situazione riassumiamo i risultati delle due strategie possibili con le rispettive probabilità teoriche di vincita:

mantenere la scelta iniziale (P = 33%);
scegliere la porta non aperta (P = 67%).


8. Il paradosso del compleanno

Nella speranza che il lettore incominci ad appassionarsi a questo tipo di problema, ne propongo un altro, altrettanto curioso e in apparente contraddizione con il nostro senso comune, tanto che, a volte, si fatica a crederci anche se viene dimostrato: il paradosso del compleanno (o problema del compleanno ) definito nel 1939 da Richard von Mises. Il paradosso afferma che la probabilità che due persone in un gruppo compiano gli anni nello stesso giorno è largamente superiore a quanto potrebbe dire l'intuito: infatti già in un gruppo di 23 persone la probabilità è circa del 51%; con 30 persone essa supera il 70%, con 50 persone tocca addirittura il 97%, considerando un gruppo di 60 si arriva praticamente all'evento certo.

Richard von Mises (Lemberg, 19 aprile 1883 – Boston, 14 luglio 1953) è stato un matematico, ingegnere e accademico austriaco naturalizzato statunitense. E' conosciuto per i suoi importanti contributi nel campo della Meccanica dei fluidi, dell'aerodinamica, dell'aeronautica, della statistica e di teoria della probabilità, che è il campo in cui trova appunto applicazione il suo paradosso.

Per capire la soluzione del problema utilizziamo la spiegazione di Martin Gardner, matematico americano morto nel1914, il quale nel suo libro Probability paradoxes, fornisce un semplice procedimento che permette di calcolare la suddetta probabilità.

Supponiamo di prendere in considerazione il fatto che due persone non compiano gli anni lo stesso giorno e calcoliamo la probabilità contraria: essa vale 1- 1/365=364/365 (dato che vi è una sola possibilità su 365 che il compleanno di una persona coincida con quello di un'altra).

Allo stesso modo eseguiamo il calcolo se le persone sono tre (363/365), sono quattro (362/365) fino a 24 persone che risulta essere 342/365. Moltiplicando tra loro le 23 frazioni si ottiene un risultato che semplificato dà 23/50, ciò significa che su 24 persone la probabilità che due di esse festeggino il compleanno lo stesso giorno è di 27/50, cioè del 54%. A conferma di questo risultato che, forse, ci sorprende un po', vorrei riportare una statistica pubblicata sul sito Espresso Web in un articolo del 19 gennaio 2008: esaminando le date di nascita e di morte di Presidenti americani (43 date di nascita e 39 date di morte) si vede che Polk e Harding nacquero il 2 novembre mentre Carter e Heisenhower il 14 ottobre; Truman e Ford morirono il 26 dicembre, Polk e Buchanan il 15 giugno e ben tre presidenti, Jefferson, Adams e Monroe, morirono il 4 luglio.
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AUGURI DI BUON NATALE E BUONE FESTE 
domenica, 22 dicembre, 2013, 09:33 PM - Notizie Lottostudio.net
TANTI AUGURI DI BUON NATALE E BUONE FESTE A TUTTI GLI UTENTI DEL SITO LOTTOSTUDIO






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ERRATA CORRIGE INVIO NEWSLETTER 
domenica, 3 novembre, 2013, 12:56 PM - Notizie Lottostudio.net
PER SBAGLIO E' STATA INVIATA UN'EMAIL DI UN UTENTE ATTRAVERSO LA NEWSLETTER DEL GRUPPO <lottostudio@googlegroups.com>, CHI HA RICEVUTO IL MESSAGGIO:

Scusami ma io aspettavo i tre ambi da giocare per Cagliari .... non li vedo ... puoi spiegarmi??

PUO' CESTINARLO,

L'EMAIL AGGIORNATA CON LE NUOVE PREVISIONI è QUESTA:



AMBATISSIME MESE DI OTTOBRE:
ne restano ancora 3 in gioco si possono seguire ancora per qualche colpo

BARI 35 53 (secondo colpo 53)
CAGLIRAI 9 90 (esito: 90)
FIRENZE 6 60 (esito: 60)
GENOVA 84 48 (posizioni migliori per estratto determinato: 2 - 3 )
MILANO 43 34 (43 primo colpo)
NAPOLI 65 56 (65 primo colpo)
PALERMO 3 30 (esito: 3)
ROMA 54 45 (posizioni migliori per estratto determinato: 2 - 5 )
TORINO 86 68 (posizioni migliori per estratto determinato: 3 - 4 )
VENEZIA 71 17 (esito: 17)

ambate calcolate con il programma AMBATISSIME
valide per il gioco d'ambata o come abbinamenti e/o convergenze
nello studio statistico generalmente nel mese sono risultate vincenti al 70/80% (7-8 previsioni vincenti su 10)
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METODO PRIMUS OTTOBRE esito bari 29 + cagliari ambo in lunghetta 20-71 (realizzato con la nuova versione del programma)

METODO PRIMUS NOVEMBRE previsione:

Bari-Cagliari : 04-42; capogiochi per ambata o per abbinamenti
Giocata facoltativa: Abbinamenti per ambo (e sup.): ** ** ** (abbinamenti generati nuova versione del programma disponibile qui: http://www.lottostudio.net/shop/)
--------------------------------------------------------------------------------------------------
studio statistico su NAPOLI di pietro (utente magnus sul forum agg. 28/10)
Ben quattro numeri in testa al tabellone stanno viaggiando oltre i limiti, in situazioni per ambata difficilmente riscontrabili per il passato.
I numeri sono:10 / 57 / 66 / 81; un pensierino per ambo và considerato,in ristretto 10-81 che fà parte della 1^ terzina per ambo a TT.
Ma il gioco che vale la pena intraprendere è il seguente :

10 ambata semplice e det. in 1^2^3^
81 ambata semplice e det. in 1^2^4^

Terzo in ordine il 66 , che si può giocare facoltativamente e solo per ambata semplice con qualche euro,casomai se escono prima i due proposti lo ripescheremo,col 57,per metterli in gioco in seguito; i colpi di attesa dovrebbero essere molto contenuti.
Se le cose non si ingarbugliano strada facendo,si potrebbero quindi cogliere anche due ambate su quattro numeri,vedremo se sarà possibile.
Vista anche la situazione dei tre numeri consecutivi 88/89/90 nello spazio S1,è consigliabile tentare anche 81-88-89 per ambo,oppure ambi separati 81-88 , 81-89 , 10-88; oppure,due terzine per ambo e poco sul terno, 10-81-88 e 10-81-89

(l'utente nik segnala anche un interessante ritardo per i numeri della decina 40-49 con l'81 su napoli)
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TOP FREQUENTI OTTOBRE: ALL'ESTRAZIONE DEL 19/10 centrati 10 su 10!!!
per chi vuole ancora usarli come abbinamenti sono ancora validi per tutto il mese, sicuramente ci saranno delle ripetizioni...

BARI 13; 50; 67; 69; 27; (13 )
CAGLIARI 88; 21; 46; 73; 80; 21
FIRENZE 48; 41; 24; 83; 26; (26 ).. 83
GENOVA 63; 62; 18; 48; 33; (63 )
MILANO 20; 36; 75; 34; 23; (AMBO 36 23 )
NAPOLI 46; 76; 61; 60; 63; (46 )
PALERMO 45; 61; 80; 90; 70; (45 )
ROMA 3; 36; 74; 78; 52; (36 )
TORINO 69; 71; 37; 78; 26; (78 ) ... (71)
VENEZIA 7; 82; 3; 44; 32; (3)
.............................................
sono 5 numeri per ogni ruota da usare come abbinamenti o per convergenze alle proprie previsioni
(non conviene unirli per il gioco d'ambo perchè generalmente escono singolarmente)
sono generati con il programma TOP FREQUENTI (attualmente in fase di test)
generalmente in 5-6 colpi la percentuale di sortita di almeno uno dei 5 per ogni ruota è del 70-80 %
.............................................


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BUONE VACANZE 
giovedì, 15 agosto, 2013, 06:33 AM - Notizie Lottostudio.net

GLI AGGIORNAMENTI e LE PREVISIONI LOTTO SUL NUOVO FORUM CONTINUERANNO AD ESSERE PUBBLICATI

www.lottostudio.net/forum





Lo staff del sito www.lottostudio.net finalmente si gode un pò di relax.
Auguriamo a chi prima e chi dopo, chi al mare e chi in montagna s tutti po' di ferie.

BUONE VACANZE!!!


Vi aspettiamo al ritorno rigenerati e più in forma che mai con grosse novità per continuare a vincere insieme a noi!




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AGGIORNAMENTO ARCHIVIO ESTRAZIONI LOTTO 
martedì, 13 agosto, 2013, 11:19 AM - Notizie Lottostudio.net


aggiornato l'archivio estrazioni LOTTO per i programmi LOTTOSTUDIO e AMBATISSIME

chi possiede la version pro dei programmi, per aggiornare l'archivio estrazioni lotto può seguire la seguente procedura:

MENU' ARCHIVIO ESTRAZIONI

AGGIORNA ESTRAZIONI

---> AGGIORNA ESTRAZIONI DA INTERNET

chi è interessato alla versione completa dei nostri programmi

trova maggiori informazioni qui:

www.lottostudio.net/shop



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NUOVA VERSIONE PROGRAMMA AMBATISSIME per vincere al LOTTO 
venerdì, 14 giugno, 2013, 09:58 AM - Notizie Lottostudio.net



CLICCA QUI PER SCARICARE LA NUOVA VERSIONE:



 

NOVITA' PROGRAMMA PER IL LOTTO AMBATISSIME:

- RICERCA MIGLIORE AMBATA PRINCIPALE (o capogioco)
- RICERCA MIGLIORE AMBATA SECONDARIA
- RICERCA MIGLIORE AMBATA DI RECUPERO (terza ambata)
- STATISTICA NUMERI D'ABBINAMENTO
- STATISTICA NUMERI FREQUENTI
- STATISTICHE POSIZIONI ESTRATTO DETERMINATO


PER LA VERSIONE COMPLETA CLICCA QUI


 


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TRUFFA AL LOTTO 
mercoledì, 5 giugno, 2013, 01:48 AM - Notizie Lottostudio.net
13 gennaio 1999 IL FATTO: Due dipendenti dell'intendenza di finanza e un vigile urbano sono arrestati, assieme ad altre persone, con l'accusa di avere truccato le estrazioni del lotto.
Nell'ottobre del 1999 viene celebrato il processo e si torna a parlare dello scandalo e del lotto.

DA REPUBBLICA -ON LINE-
14 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/l ... lotto.html

Da almeno sei anni le estrazioni erano pilotate Rendevano riconoscibili venti bussolotti su novanta

Truccavano il lotto A Milano 9 in manette
Al bambino chiamato a "pescare" i numeri della ruota venivano fatte scegliere le sfere trattate con il lucido

Erano anni, almeno sei, che le estrazioni del Lotto a Milano erano truccate. Lo hanno accertato gli agenti del commissariato di Cinisello Balsamo che hanno arrestato nove persone in un blitz denominato 'Dea bendata'. La polizia ha anche sequestrato alcuni miliardi di lire, in possesso degli indagati.

In dicembre sono stati arrestati Massimiliano Cassitti, 24 anni, suo fratello Mario, 27 anni, Raffaele Di Palma, 24 anni, Massimo Zinco, 29 anni, e Francesco Di Palma, 33 anni, tutti di Foggia, e Sergio Pellegrini, 35 anni, di Brugherio (Milano). Accusati di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, sono stati bloccati mentre tentavano di estorcere altro denaro a dipendenti dell'Intendenza di Finanza. Nel prosieguo dell'inchiesta, sono stati arrestati, l'altro ieri, due impiegati dell'Intendenza di Milano, Giorgio Raggi, 42 anni, di Milano, e Maddalena Vilella, 56 anni, di Cinisello, e il vigile urbano Francesco Curatoli, 53 anni, anche lui di Cinisello. E' stato invece denunciato a piede libero G.A., 58 anni, pure di Cinisello, impiegato dell'Intendenza, ritenuto il deus ex machina dell'intera vicenda. La sua collaborazione ha impresso una svolta all'indagine.

Il sistema utilizzato per truccare le estrazioni era quello di permettere ad un bambino incaricato di estrarre dall'urna i bussolotti - sempre lo stesso e legato ad una delle persone coinvolte nell'inchiesta - di riconoscere alcune sfere. Come? Una particolare mascherina che non chiudeva completamente la visuale rendeva visibili le sfere, alcune delle quali - riferite ai primi venti numeri - venivano trattate e rese più lucide a differenza delle altre che erano opacizzate. Le persone coinvolte nell'indagine erano così in grado di prevedere con ragionevole certezza l'uscita di alcuni di questi venti numeri. E puntarci sopra con frequenza anche molto denaro.

Le indagini sono cominciate circa un anno fa quando cominciarono a circolare a Cinisello Balsamo voci insistenti di persone arricchitesi con il Lotto. "Le nostre indagini - ha detto il dirigente del commissariato, Pepè - riscontrarono che la notizia era in qualche modo vera". Cominciarono ad essere sentite alcune persone, parte delle quali lavoravano all'Intendenza di Finanza e in particolare erano addette alle estrazioni del Lotto. Dopo qualche mese, alcuni di coloro che erano sottoposti ad indagine, cominciarono a collaborare con gli agenti: dapprima riluttanti, poi più convinte, sostenendo di essere entrate nel 'giro' quasi per gioco.

"Vuoi vedere - aveva detto uno di loro - che riusciamo a tirare fuori una, due o addirittura tre palline?". E in effetti si accorsero che era possibile. Cominciarono a puntare soldi, prima piccole somme, poi sempre più forti. Ma le voci girano ed altre persone hanno cominciato a giocare numeri quasi sicuri.

A un certo punto alcuni alcuni indagati avrebbero tentato di far cessare la truffa, ma hanno cominciato a subire pressioni da parte di chi voleva che il facile arricchimento continuasse. Alcuni di questi indagati avrebbero anche subito degli attentati, come esplosioni di colpi di pistola contro le saracinesche di attività commerciali dei familiari, oppure contro le proprie autovetture. E dopo questi episodi, anche perché spinti dai congiunti terrorizzati, alcuni indagati hanno deciso di collaborare con decisione. Si è arrivati così all'arresto delle prime sei persone (quattro delle quali con precedenti di polizia).

Il personaggio principale dell'intera vicenda - G.A., impiegato dell'Intendenza di Finanza di Milano, trasferito in un altro ufficio su sua richiesta - è stato indagato a piede libero con l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Le indagini hanno poi confermato che era lui, insieme ad altri (fra i quali i tre arrestati dell'altro ieri), a "pilotare" almeno in parte l'estrazione. In particolare, il vigile urbano avrebbe avuto un compito di coordinamento, fra raccolta denaro, puntate e reinvestimento delle vincite.

In serata arriva anche il commento del ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. E il rammarico. "Apprendo - dice - che alcuni dipendenti del ministero sono implicati in una torbida vicenda legata ad una delle più antiche e popolari manifestazioni di gioco come il Lotto. Al di là del fatto che, a quanto sembra, essi siano stati a loro volta vittime di comportamenti criminosi altrui, l'aspetto più grave che risalta ai miei occhi è che, ancora una volta la buona fede degli italiani è stata tradita da dipendenti infedeli dello Stato".

(m.m.)



(14 gennaio 1999)




14 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/l ... otto1.html

Ecco che cosa succede a chi ha scommesso sulle estrazioni finite sotto inchiesta

Forse al giocatore truffato il rimborso della bolletta


di MARCO MADONI


ROMA - E adesso? Accertati oltre sei anni di truffa su una ruota del Lotto che cosa faranno i giocatori della più frequentata scommessa nazionale? E soprattutto come si comporteranno tutti coloro che durante il periodo 'incriminato' hanno visto sfumare sotto il naso una grossa vincita, e magari proprio viziata dalla sequenza milanese? Sono soltanto alcuni degli interrogativi che in queste ore investono scommettitori e addetti ai lavori. Interrogativi ai quali, però, non è sempre facile dare risposta.
Ed ecco perché, per fornire la più autorevole replica possibile, siamo costretti a chiedere aiuto a un alto dirigente dei Monopoli di Stato.

I dubbi del giocatore. In pochi, c'è da dire, avranno conservato la bolletta relativa alle puntate effettuate tra il '90 e il '96 - questo l'arco di tempo a cui presumibilmente si riferisce l'inchiesta scattata a Cinisello Balsamo. E se anche avessero custodito la ricevuta difficilemente potrebbero a questo punto accampare pretese su una vincita non realizzata. Il motivo? Sta tutto nelle norme relativa all burocrazie delle scomesse. Anzi, non c'è proprio. Infatti - ha il sapore di amaro ma le cose stanno così - non esiste al momento alcun riferimento giurisdizionale in materia. E quindi nessuno può decidere alcunché.

E allora, si finirà davvero con l'essere doppiamente truffati? Tutt'al più - viene fatto rilevare ai Monopoli di Stato - il giocatore che dopo la conclusione dell'inchiesta riuscisse a fare riconoscere che i suoi bollettini si riferivano proprio alle estrazioni truccate, potrebbe ottenere il rimborso della giocata. Tutto qua. E senza interessi.

Chi controlla il gioco. Niente più trucchi, dicono sicuri i dirigenti delle scommesse di Stato. Adesso non è più possibile. Il motivo? Semplice. Dal '98 c'è una doppia commissione che segue le estrazioni in ogni singola ruota. Una insediata dalla Lottomatica, concessionaria per lo Stato della scommessa, e una di controllo del ministero delle Finanze. E tutti soggetti a continue turnazioni. E in passato? A ispezionare sulla "pesca" dei numeri c'erano soltanto alcuni funzionari locali del dipartimento delle Entrate. Quasi sempre gli stessi.

(14 gennaio 1999)





15 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/l ... ncora.html

Dopo le estrazioni pilotate a Milano i sospetti su vincite a Roma e a Genova

Lottotruffa, inchiesta anche su altre ruote

MILANO - Potrebbero estendersi anche ad altre "ruote" le indagini sulle irregolarità commesse sulla ruota del lotto di Milano per pilotare le estrazioni. All'attenzione degli investigatori ci sono alcune "vincite clamorose" realizzate anche in altre parti d'Italia. Si tratta di vincite realizzate in particolare sulla ruote di Roma e di Genova, ma in maggior parte realizzate sempre sulla ruota di Milano nel periodo tra il 1995 e i primi del 1998, quando sono state accertate le irregolarità.

Stamattina, nel commissariato di polizia di Cinisello Balsamo, il commissario Giovanni Pepè ha spiegato che sarebbero state circa un centinaio, tra il '95 e il '97, le estrazioni truccate. Poi ha precisato: "Non possiamo pensare che ci siano state altre estrazioni truccate su altre ruote. Però cercheremo attraverso le vincite di individuare i giocatori che hanno realizzato vincite anomale. Sulle altre ruote ci sono stati in quegli anni altre uscite che sono state segnalate: si tratta di uscite intorno ai 100-200 milioni, su cui si potrebbe indagare".

Il commissario di Cinisello ha spiegato che furono segnalati un terno e una quaterna realizzati con gli stessi numeri. Il dirigente di polizia ha poi aggiunto che sono già stati sequestrati circa 6 miliardi di lire sui conti correnti degli indagati, e che all'indagine collabora anche la Guardia di Finanza.

Quanto ai possibili collegamenti con la bomba esplosa il 22 settembre scorso davanti all'ingresso dell'Intendenza di Finanza a Milano, "in nessun atto - ha precisato il commissario Giovanni Pepè - c'è traccia di questa vicenda". Il commissario ha quindi "escluso" qualsiasi collegamento tra l'attentato e questa inchiesta.

(15 gennaio 1999)



19-gennaio-1999 http://www.repubblica.it/online/fatti/l ... resti.html

Si estende l'inchiesta: altre due persone in manette E a Milano la truffa andava avanti da diciassette anni

Lotto truccato ancora arresti

MILANO - Undici. E' salito a undici il numero delle persone arrestate nello scandalo del lotto truccato. Prima Claudio Olmi, 51 anni, di Cinisello, impiegato all'Intendenza di finanza di Milano e marito di Maddalena Vilella, e poi Ettore Schingo, 37 anni, "quello che raccoglieva le giocate e giocatore di professione"". La posizione di Olmi, arrestato in casa di alcuni suoi parenti a Brescia dopo il fermo della moglie nei giorni scorsi, è molto complessa: su due conti correnti intestati al padre - imprenditore - in due banche di Cinisello Balsamo sono già stati bloccati circa tre miliardi di lire e sono in corso altri accertamenti su operazioni molto sospette. Nel frattempo, in mattinata al commissariato di Cinisello sono giunte altre due segnalazioni da istituti bancari: una persona che si ritiene coinvolta nello scandalo avrebbe tentato di movimentare del denaro; un'altra segnalazione è giunta dal commissariato di Vasto in provincia di Chieti, e riguarda una banca della zona. Non è stato ancora chiarito se si tratti di una segnalazione nuova o di quella di cui si è già avuta notizia ieri.

A ordinare l'arresto di Olmi e Schingo - il primo giocatore finito in manette - è stata la procura di Monza, su richiesta del pubblico ministero Walter Mapelli. La seconda persona arrestata, che è amico del vigile urbano Curatoli, è accusato di associazione per delinquere e di concorso in truffa ai danni dello Stato.

Intanto, a proposito di numeri, si è scoperto che la Dea Bendata del Lotto a Milano ha cominciato a vederci benone diciassette anni fa. Questa è una delle ultime, sconsolanti rivelazioni che viene dall'indagine della procura di Monza sui trucchetti che addomesticavano l'estrazione settimanale attesa da milioni di persone che aspettavano con speranza e fiducia.

Finora si pensava che l'imbroglio datasse dal 1994, quando entra in servizio Giuseppe "Diabolik" Aliberti, astuto impiegato di terzo livello dell'Intendenza di Finanza di Milano, oggi reo confesso e anzi "pentito". I più pessimisti - basandosi, peraltro, su elementi concreti dell'indagine - si erano convinti che il marcio fosse iniziato già qualche anno prima. Ma ora si scopre che almeno dal 1982 le estrazioni sulla ruota di Milano erano nelle mani degli imbroglioni. Diciassette anni. I bambini che furono gli ignari strumenti dei primi pasticci sono ormai uomini fatti.

E la quantità di soldi rubati allo Stato grazie ai suoi funzionari dell'Intendenza di Finanza di Milano diventa incalcolabile, l'inchiesta si allarga a dismisura ma sarà quasi impossibile ricostruire l'elenco delle giocate addomesticate e individuare gli scommettitori "miracolati". Ma ancora più desolante è la seconda notizia che filtra dalle indagini. Possibile che in diciassette anni nessuno si sia accorto di quel che accadeva ogni sabato a Milano? Impossibile. E infatti nel 1988 qualcosa accadde, il meccanismo si inceppò e lo scandalo rischiò di emergere. Ma il ministero delle Finanze riuscì a tenere tutto all' interno, un funzionario dell'Intendenza di Finanza di Milano - indicato come il principale protagonista della faccenda - venne trasferito a Livorno, dove il Lotto non ha ruote. Ma il meccanismo dell'imbroglio non era stato toccato. E nel giro di pochi anni - ammesso che vi sia mai stata una tregua - a Milano tornarono a venire estratte le palline "giuste". Come gli investigatori siano arrivati a retrodatare al 1982 l' inizio della Grande Truffa è - per il momento - un segreto: anche se si rafforza l'ipotesi che, oltre a "Diabolik" Aliberti, altri personaggi legati all'Intendenza di Finanza di Milano abbiano deciso di vuotare il sacco e collaborare alle indagini. Di certo c'è che già nel corso degli interrogatori dei giorni scorsi, ad alcuni dei funzionari dell'Intendenza finiti in manette, il giudice preliminare Giuseppe Airò ha chiesto cosa facessero nel 1982, e se avessero conosciuto il funzionario che nel 1988 il ministero trasferì con grande discrezione a Livorno.

Quella seguita nel 1988, d'altronde, è la stessa prassi che viene attuata all'Intendenza di Milano dieci anni più tardi, quando la truffa rischia di venire di nuovo alla luce: anche in questo caso i panni sporchi vengono lavati in silenzio negli uffici di via Manin, Aliberti viene costretto a traslocare all'ufficio Iva di Monza ma nessuno si sogna di denunciarlo alla magistratura. A insabbiare lo scandalo è Giuseppe Ventre, l'impiegato di settimo livello che dirige il settore Lotto di Milano e che è finito nel registro degli indagati. Secondo il ben informato "anonimo" finito agli atti dell'inchiesta, lo stesso Ventre avrebbe personalmente scommesso sui numeri truccati, attraverso un prestanome. Ma ai magistrati, che nel corso degli interrogatori stanno facendo molte domande sul conto del funzionario, stanno arrivando per ora solo smentite: Ventre sapeva, ma non avrebbe approfittato in prima persona dell'imbroglio.

Difficilmente, invece, verrà smentita un'altra circostanza che emerge dalle intercettazioni: la Grande Truffa era destinata a proseguire indisturbata fino a chissà quando, nella assenza pressoché totale dei controlli, se l'imprevisto non avesse fatto irruzione sulla scena. L'imprevisto è rappresentato dal clan di balordi pugliesi - collegati, secondo la polizia, ad ambienti criminali di un certo rango - che vengono a sapere dell'allegra gestione delle estrazioni a Milano e decidono di prenderne il controllo. Ma lo fanno con la delicatezza di una mandria di elefanti in una esposizione di cristalli, senza accontentarsi di entrate anche cospicue, minacciando sfracelli ogni volta che un bambino "sbaglia" un'estrazione, e sollevando - insomma - un fracasso che inevitabilmente arriva alle orecchie della polizia. E la moglie di Aliberti, in una telefonata intercettata, li rimprovera amaramente: "Avete rovinato tutto".

(19 gennaio 1999)




8 ottobre 1999 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... r-110.html
Scandalo Lotto, processo per 110

Repubblica — 08 ottobre 1999 pagina 24 sezione: CRONACA

MONZA - Con 110 richieste di rinvio a giudizio si è conclusa la prima fase dell' inchiesta "Dea Bendata", condotta dal sostituto procuratore di Monza Walter Mapelli, sulle estrazioni del lotto truccate sulla ruota di Milano. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, estorsione, minacce, falso in atto pubblico, detenzione e porto abusivo di armi. Il rinvio a giudizio è stato chiesto, oltre che per gli organizzatori della truffa, anche per alcuni giocatori del lotto e alcuni titolari di ricevitorie. Degli indagati, due sono tuttora in carcere. Le 110 richieste di rinvio a giudizio concludono il primo filone dell' inchiesta. Ne restano aperti altri quattro, con un altro centinaio di indagati. Le estrazioni truccate, secondo quanto ha accertato il magistrato, sarebbero state 13, nel periodo compreso fra il 15 aprile 1995 e l' 11 aprile 1998. Il danno stimato è di circa 200 miliardi di lire mentre sono state sequestrate agli indagati somme per un totale di 52,3 miliardi. Un trucco semplice semplice, un oscuro impiegato, un funzionario metodico, un po' di complici e un sistema di estrazioni che, nonostante i controlli formali, faceva acqua da tutte le parti: sono questi gli ingredienti di una delle più straordinarie truffe italiane. Il trucco è sfuggito dalle mani degli organizzatori ed il passaparola lo ha fatto diventare un segreto di Pulcinella. Il panorama che si scorge nelle carte della richiesta di rinvio a giudizio è impressionante. Uno dei componenti dell' organizzazione, il vigile urbano di Cinisello Francesco Curatoli, finito in carcere all' avvio delle indagini, avrebbe vinto "almeno 4 miliardi". Giuseppe Aliberti, funzionario dell' Intendenza di Finanza, la "mente" della truffa poi pentito, ha confessato di aver vinto 500 milioni. Era addetto alle estrazioni e, lucidando alcune delle 90 sfere, con la complicità del bambino bendato (ma non del tutto) riuscì a condizionare per anni il gioco.

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IL LOTTO E' UN GIOCO EQUO?  
giovedì, 30 maggio, 2013, 12:17 PM - Notizie Lottostudio.net
SAPERLO E' MEGLIO
by pietro MAGNUS (articolo pubblicato sul forum)

IL LOTTO E' UN GIOCO EQUO?

-Il lotto paga i premi in misura sperequata rispetto alle condizioni di probabilità di vincita. E' questo il punto che "blocca" il giocatore, ma è un errore di valutazione dovuto all'impostazione "matematica" della visione di gioco, mentre non necessariamente dobbiamo attenerci ad essa.
Ci sono possibilità particolari, che si possono sfruttare con buoni, davvero soddisfacenti risultati.
Una di queste possibilità è il GIOCO DI GRUPPO applicato all'AMBATA. Determinante è una progressione AMMINISTRATA delle puntate, la cui principale caratteristica è quella di offrire la possibilità di ridurre il costo di più numeri a quello di uno solo, pur assicurando un altissimo reddito ANNUO sul capitale complessivamente impiegato al momento della vincita, qualunque sia detto momento.

ERRORI FREQUENTI:

-Voler vincere subito e guadagnare TROPPO in una sola volta;
-Aumentare le puntate progressivamente in misura sproporzionata non considerando i possibili colpi di gioco ancora da sostenere prima di giungere alla vittoria che può venire in un momento lontano dall'inizio ed imprevedibile;
-Puntare su UN SOLO numero ed in base ad aleatorie probabilità TEORICHE attribuite al RITARDO o su fantomatici abbinamenti.

RIMEDI

-Gioco a GRUPPO amministrato;
-Puntate successive a multiplo FISSO precalcolato
-"Chiusura" del gioco (si ricomincia) ad una percentuale FISSA di reddito realizzato.


CI SONO TRE ELEMENTI FONDAMENTALI DEL GIOCO AL LOTTO:

CAPITALE
NUMERO
TEMPO
La manovra del CAPITALE sul NUMERO nel TEMPO costituisce la TECNICA DEL GIOCO, mentre l'armonizzazione nel movimento del capitale relativo ai singoli numeri nel loro complesso costituisce l'AMMINISTRAZIONE del gioco stesso.


TRE SONO I PROBLEMI DA RISOLVERE:

DURARE nelle puntate.
SPENDERE IL MENO possibile.
GUADAGNARE in misura adeguata al capitale impiegato.
Per durare nelle puntate, cioè protrarre il gioco il più possibile, bisogna per forza di cose spendere meno possibile nelle puntate che si susseguono, ma nello stesso tempo occorre puntare in maniera sufficiente a guadagnare adeguatamente sul capitale impiegato.
L'ostacolo maggiore è costituito dal fatto che, comunque si punti, la spesa di ogni colpo è superiore al quella del colpo precedente in ordine di tempo (si parla del TOTALE complessivamente esposto). Ma calcolare esattamente, cioè nella misura che NEL TEMPO si abbia meno esigenza di capitale, quanto PROGRESSIVAMENTE SI DEVE PUNTARE non è facile: ed è proprio qui la CHIAVE di volta di tutto il gioco, se lo si vuole rendere attivo e produttivo.
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